TINDARI
Tindari è una frazione di Patti e la sua fondazione viene fatta risalire dagli storici al 396 a.C.
Voluta da Dionisio di Siracusa come luogo fortificato e strategico per fronteggiare eventuali
incursioni dei Cartaginesi e in cui insediare coloni greci. La denominazione di "Tyndaris"
pare tragga origine dalla mitologia: i coloni greci erano particolarmente devoti ai Dioscuri
Castore e Polluce, che secondo la leggenda erano figli di Giove e di Leda, moglie di Tindaro re
di Sparta, e venivano chiamati Tindaridi. Tutto questo ha indotto i fondatori della colonia a
denominare la regione Tindaride e la città alla quale questa faceva capo Tyndaris. Ancora
oggi è ben visibile un importante teatro graco -romano che venne costruito in forme greche
alla fine del IV secolo a.C. e in seguito rimaneggiato in epoca romana, con una nuova
decorazione e l'adattamento a sede per i giochi dell'anfiteatro. Rimasto a lungo in stato di
abbandono, è appoggiato alla naturale conformazione a conca della collina, nella quale
furono scavate le gradinate dei sedili della cavea, che doveva raggiungere una capienza di
circa 3000 posti.
PATTI
Patti si trova al centro dell'omonimo golfo che va da capo Milazzo a capo Calavà ed è situata
su una doppia collina a ridosso del mar Tirreno. La sua denominazione deriva dalla parola
greca ἐπακτήν che significa “presso le acque – fra le acque – sulle sponde”. Diverse sono le
ipotesi che si sono sostenute sull'origine della città di Patti: alcune fantasiose, altre più
semplici, altre ancora molto riduttive dal punto di vista storico, ma le recenti scoperte
archeologiche dimostrano che l’esistenza di un nucleo abitato ed organizzato risale al VIII° -
X° sec a. C.
Con la scoperta della Villa Romana, si ha un’ulteriore conferma che la zona era
interessata da insediamenti abitativi per il
periodo che va dal III sec. a.C. al X sec. d.C. Si tratta di una residenza extraurbana di epoca
romana scoperta nel 1973, durante i lavori di costruzione di un tratto d'autostrada. La parte
esplorata corrisponde al nucleo centrale della villa, con una corte a peristilio intorno alla
quale ruota la zona residenziale: i vani maggiormente rappresentativi, tipici dell'edilizia
privata tardoantica, sono costituiti dall'aula absidata, che si apre al centro dell'ala ovest e dal
triconco, che dal peristilio guarda verso il mare.