Lipari è una delle isole che compone
l’arcipelago siciliano delle Eolie. In antichità era
già nota col nome Lipara (dal greco grasso,
untuoso, e per estensione brillante, ricco e
fertile): infatti la pesca era iper-fruttuosa e
crescevano frutti che rendevano la vita più
dolce.
Parte di questa leggendaria ricchezza erano
sicuramente anche le terme che sgorgavano
salutari, calde e benefiche in diversi punti
dell'isola. La città più grande di Lipari si chiama
come l'isola ed è sormontata dal castello (il Castello di Lipari) che sorge al di sopra di rovine
preistoriche e greche. Appena sotto, ci sono la cinta muraria ed i quartieri di Marina Corta e
Marina Grande. L'intero complesso formava una cittadella fortificata, anche conosciuta come
Civita.
L’isola è stata modellata da ben 12 vulcani. La sua natura vulcanica è evidente nella Valle
Muria, dalle rocce rosse, e nella costa Nord Orientale, coperta da una vasta colata di pomice.
Una curiosità interessante riguarda le case in stile eoliano, costruite in modalità antisismica:
le fondamenta son fatte con pietre "vive" (cioè particolarmente pesanti e dure), mura a sacco
con pietre vive, terreno e malta e solai con strato di pietre "morte" (cioè leggere e friabili). In
questo modo la casa aveva una base pesante, mura robuste e solaio leggero e poteva
"galleggiare" sul terreno in caso di scosse. Alcune delle case più antiche, anche su due livelli,
avevano mura più spesse e fondamenta a volte profonde appena 30 cm.
MUSEO ARCHEOLOGICO REGIONALE EOLIANO
Il complesso museale sorge sul roccione riolitico del "Castello" di Lipari, un'imponente cupola di
formazione vulcanica con caratteristiche di fortezza naturale, dove gli abitanti si sono insediati in
tutti i periodi in cui si è sentita una necessità di difesa. Fino alla metà del XVI secolo la rocca del
"Castello", la "Cittàde" nella vecchia dizione popolare, conservava il suo aspetto naturale,
costituito da pareti rocciose per tutta la sua altezza e da alcuni tratti di fortificazione sulla sommità
di queste. L'aspetto attuale gli deriva dalle possenti cortine a scarpa delle fortificazioni erette
da Carlo V intorno al 1560, subito dopo l'attacco del pirata tunisino Kaireddin Barbarossa, che nel
1544 aveva conquistato e distrutto la città.
Il Museo, costituito da sei padiglioni, che accolgono
rispettivamente la Sezione Preistorica, la Sezione Epigrafica, la Sezione delle Isole
Minori, la Sezione Classica, la Sezione Vulcanologica, la Sezione di Paleontologia del Quaternario,
documenta ed illustra, attraverso i complessi dei reperti esposti, gli insediamenti umani e lo
sviluppo delle civiltà succedutesi, nell'Arcipelago Eoliano, dalla Preistoria alle soglie dell'Età
Moderna. Importante ricordare la Sezione di Archeologia Marina che si trova all’interno della
Sezione Classica e dove si possono ammirare alcuni dei materiali finora recuperati, frutto di scavi
effettuati a partire dagli anni '60 o di recuperi casuali, provenienti da circa 20 relitti identificati
nelle acque dell'arcipelago.